La Storia

Talvolta l’ubicazione degli edifici scolastici della scuola dell’obbligo è irrilevante rispetto alla vita di un territorio: al di là della vicinanza e facilità di frequenza, la scuola rimane un corpo estraneo rispetto alla vita sociale e culturale della società. Questo non si può dire per la 25 Aprile-Cerboni. Questa scuola ha rappresentato e rappresenta, costantemente un luogo di riferimento per i cittadini di Primavalle: durante la guerra è stata ricovero per gli sfollati , negli anni Cinquanta-Sessanta mensa pubblica per i bambini , centro per la medicina preventiva, primo spazio pubblico per lo svolgimento delle attività sportive, sede dei corsi di alfabetizzazione per gli adulti, centro di lettura.
Ai nostri giorni, la scuola è  identificata da tutti come luogo privilegiato per lo svolgimento delle attività di progettazione partecipata e di attività extracurricolari.
La quasi totalità dei bambini del quartiere – fin dagli anni Trenta – ha frequentato questa scuola: figli, genitori e nonni si sono ritrovati intorno ad essa, l’hanno difesa e protetta anche in anni difficili, sostenendone le iniziative didattiche e battendosi per la sua agibilità, consolidando processi di partecipazione che spesso, in altri ambienti si sono affievoliti o scomparsi.
La scuola è in prima linea per creare motivazioni e agio che favoriscano il raggiungimento degli obiettivi formativi programmatici.

UN PO’ DI STORIA

La scuola è nata nel 1938, come Regia Scuola Elementare Umberto Cerboni, succursale della Scuola Umberto I, di Piazza del Risorgimento: questo perché molti dei ragazzi che la frequentavano provenivano dal rione Borgo, demolito in poco tempo per il progetto di apertura della grande via dal Tevere a San Pietro. Dopo un breve periodo alle dipendenze della scuola di Via Pier delle Vigne, a Largo Boccea, l’istituto divenne autonomo come 64° Circolo, ma – per tutti – era “la Cerboni”.
Inizialmente presentava una pianta a ferro di cavallo. Negli anni Cinquanta ne fu deciso l’ampliamento, aggiungendo l’ala lungo Via Ascalesi. I lavori nell’edificio non risolsero i problemi di capienza e anzi ne aggiunsero altri di sicurezza. La scuola, in quegli anni, era frequentata da migliaia di alunni e c’erano doppi e anche tripli turni.
Nel 1963, fu abbattuta una parte della scuola e fu realizzato un nuovo edificio prefabbricato, con una struttura metallica, destinato -in teoria – a durare pochi anni, ma tuttora funzionante. La nuova struttura, realizzata in pochi mesi, fu inaugurata in primavera e prese il nome di Cerboni 2.
Furono aperte altre sedi, anche con poche aule, come in Via Gasparri, perché il numero degli alunni era molto alto. In quegli anni, Primavalle era uno dei quartieri a più alta densità abitativa: venivano costruite altre case popolari e molti palazzi e palazzine di privati.
Nel 1972 la Cerboni era frequentata da più di 2000 alunni; fu quindi decisa la divisione del Circolo. L’edificio prefabbricato prese il nome di 137° Circolo 25 Aprile. I bambini furono divisi tra le due scuole in base alle vie di provenienza (i bacini territoriali) e, stranamente, alla vecchia Cerboni rimasero tutti gli alunni provenienti dalle case popolari. Questo determinò, per alcuni anni, la divisione tra scuola dei ricchi e scuola dei poveri. Probabilmente proprio per questo motivo alla Cerboni, dove da anni si svolgeva il doposcuola, fu avviato il tempo pieno.
Le due scuole furono riunificate nel 1978 e diventarono il 137° Circolo 25 Aprile. Ma, per molti, la scuola è ancora la Cerboni. In quegli anni la scuola era ancora frequentata da circa milletrecento alunni: solo nel 1980 furono eliminati i doppi turni, avviate sperimentazioni di tempo lungo, ampliato e poi generalizzato il tempo pieno.
Nel corso degli ultimi trent’anni la scuola, come tutto il quartiere, ha visto diminuire notevolmente il numero dei bambini e questo ha consentito di poter portare avanti numerosi progetti per migliorare le condizioni di base dell’apprendimento, dalla diffusione sistematica delle attività motorie a quelle di drammatizzazione, dall’allestimento di laboratori scientifico-sperimentali a quelli di informatica, dalla lingua straniera alle biblioteche interne. (le informazioni sono tratte da un lavoro del maestro Sandro Guarnacci)